Decreto legge cittadinanza
Il 28 marzo 2025, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un decreto-legge e 2 disegni di legge per riformare la disciplina sul riconoscimento della cittadinanza italiana ius sanguinis. Questa riforma introduce limitazioni alla trasmissione automatica della cittadinanza per discendenza e chiarisce le disposizioni relative ai nati prima del 1948.
Decreto legge cittadinanza iure sanguinis: entrata in vigore
La riforma sulla cittadinanza entrerà in vigore in due momenti diversi.
Un prima parte delle modifiche è entrata in vigore oggi 29 marzo 2025, il giorno successivo alla emanazione del decreto legge.
Una seconda parte della riforma, contenuta nei due disegni di legge, prevede una modifica più sostanziale in materia di cittadinanza. Ancora l’iter legislativo è in fase di definizione e quindi non approvato definitivamente.
Si precisa che i nuovi limiti valgono solo per chi ha un’altra cittadinanza e si applicano a prescindere dalla data di nascita.
La riforma non coinvolge chi è già stato dichiarato cittadino, ad esempio da un Tribunale, da un Comune, da un Consolato.
Allo stesso modo, i Consolati ed i Tribunali dovranno garantire la lavorazione delle domande di riconoscimento della cittadinanza documentate e presentate entro le 23.59 (ora italiana) del 27 marzo 2025.
Decreto legge cittadinanza iure sanguinis: Chiarimenti per i Nati Prima del 1948
Da moltissimi anni ormai la trasmissione della cittadinanza italiana per via materna ai nati prima del 1° gennaio 1948 è stata oggetto di dibattito giuridico.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto alla cittadinanza ai discendenti di donne italiane sposate con stranieri (e che dunque hanno acquistato la cittadinanza del Paese estero), nati prima del 1948, superando discriminazioni di genere presenti nella legislazione precedente. Tuttavia, l'assenza di una normativa chiara ha portato a una prassi in cui il riconoscimento avveniva principalmente per via giudiziaria, ovvero era necessario presentare ricorso al Tribunale individuato in base al luogo di nascita del proprio antenato.
Il nuovo decreto-legge intende semplificare dunque le procedure amministrative, al fine di garantire il diritto alla cittadinanza ai discendenti nelle circostanze sopra indicate, ammettendo la trasmissione della cittadinanza per via materna ai nati dopo il 1° gennaio 1927, cioè a chi era ancora minore di 21 anni il 1° gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione repubblicana, chiarendo una questione oggetto di interpretazioni contrastanti.
Si fissano in 48 mesi i termini procedimentali del riconoscimento della cittadinanza.
Cittadinanza iure sanguinis: Limitazioni allo Ius Sanguinis
La riforma introduce una restrizione significativa: la cittadinanza italiana per discendenza sarà automaticamente riconosciuta solo fino alla seconda generazione. Ciò significa che solo coloro che hanno almeno un genitore (o adottante) o un nonno nato in Italia potranno ottenere la cittadinanza automaticamente.
I figli di italiani acquisteranno automaticamente la cittadinanza se nascono in Italia oppure se, prima della loro nascita, uno dei loro genitori cittadini ha risieduto almeno due anni continuativi in Italia.
Con i disegni di legge poi il Governo mira a contrastare abusi e richieste di cittadinanza da parte di discendenti che non hanno un effettivo legame con l'Italia e che, ad esempio, non ne conoscono nemmeno la lingua.
Il primo disegno di legge, sempre approvato il 28 marzo 2025 ma non ancora legge, prevede che coloro che vogliono ottenere la cittadinanza oltre la seconda generazione dovranno dimostrare un legame culturale e linguistico con il Paese.
Ma come dare prova dei vincoli affettivi con l’Italia?
Occorrerà innanzitutto che l’atto di nascita dei discendenti di cittadini italiani nati all’estero sia registrato prima del compimento dei venticinque anni di età, altrimenti non sarà più possibile chiedere la cittadinanza, in base a una presunzione di “assenza di vincoli effettivi con l’Italia”.
Basterà, inoltre, rinnovare il passaporto o la carta d’identità, votare, aggiornare lo stato civile, o comunque avere un minimo contatto con la pubblica amministrazione italiana.
Allo stesso modo, è introdotta l’ipotesi di perdita della cittadinanza per “desuetudine” nei confronti del cittadino italiano nato all’estero, non residente in Italia ed in possesso di un’altra cittadinanza che, successivamente alla data di entrata in vigore delle nuove norme, non mantenga vincoli effettivi con la Repubblica italiana per un tempo di almeno 25 anni, dimostrato dal mancato esercizio dei diritti o adempimento dei doveri derivanti dallo stato di cittadino italiano.
Il secondo disegno di legge, non ancora approvato, introduce infine un nuovo Ufficio centralizzato alla Farnesina, in luogo dei Consolati, per trattare le domande di cittadinanza che sarà operativo tra un anno circa.
Cittadinanza iure sanguinis: Prospettive e Implicazioni della Riforma
Con l'approvazione di questa riforma il Governo ha finalmente trovato un modo per limitare l’accesso alla cittadinanza italiana a casi specifici e ben definiti.
Da un lato, la regolamentazione dei nati prima del 1948 rappresenta un passo avanti, sancendo definitivamente l’eguaglianza tra nati prima del 1948 ed i nati successivamente da madre italiana. Dall'altro, le restrizioni allo ius sanguinis potrebbero avere un impatto significativo su molte persone, residenti in Paesi come Argentina, Brasile e Stati Uniti, dove molti discendenti di italiani hanno finora ottenuto la cittadinanza attraverso la linea paterna o materna senza limiti generazionali.
Ma non è tutto, il Governo Meloni è anche intervenuto sul requisito richiesto al coniuge di cittadino italiano che voglia fare domanda di cittadinanza. Il primo potrà continuare a ottenere la naturalizzazione e quindi la cittadinanza solo se entrambi abitano in Italia.
Il Governo Meloni sostiene che queste misure siano necessarie per preservare l'identità nazionale e garantire che la cittadinanza italiana sia concessa solo a coloro che hanno un reale legame con il Paese.
Decreto legge cittadinanza ius sanguinis: Come possiamo aiutarti?
Lo Studio legale Arnone&Sicomo ha al suo interno un team di avvocati specializzati in diritto dell’immigrazione. Siamo costantemente aggiornati sulle riforme che riguardano il tema della cittadinanza italiana e convinti che questa riforma possa senz’altro nascondere dei profili di illegittimità costituzionale.
Crediamo fermamente che il diritto alla cittadinanza non possa essere vincolato all’esistenza di un legale effettivo con l’Italia.
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