Cosa fare se la cittadinanza italiana jure sanguinis non arriva? 

Il Ministero dell’Interno ha l’obbligo di pronunciarsi sulle istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis entro 730 giorni dalla data di presentazione.

Più nel dettaglio, l’art. 3 D.P.R. n. 362/1994, statuisce testualmente: “Per quanto previsto dagli artt. 2 e 4 della legge 7 agosto 1990, n. 241, il termine per la definizione dei procedimenti di cui al presente regolamento è di 730 giorni dalla data di presentazione della domanda.

Pertanto, il procedimento amministrativo per il riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis deve essere completato entro 730 giorni dalla data di presentazione della domanda stessa, come stabilito dalla normativa vigente (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 32 del 17/01/2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del 18/03/2014).

Ritardo Cittadinanza Italiana iure sanguinis: la via Giudiziale 

La maggior parte degli stranieri che presentano domanda di cittadinanza non conosce i propri diritti, né gli strumenti che la legge italiana mette a disposizione per contrastare il fenomeno dei ritardi dei Consolati nella definizione delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.

Che fare dunque?

E’ data la possibilità agli stranieri che vedano violati i loro diritti di rivolgersi al Giudice civile, anche nel caso in cui non siano trascorsi i 730 giorni previsti per la definizione del procedimento e quando sia abbastanza certo che il termine stia scadendo senza che il Consolato riesca a rispondere.

Il decorso del termine di 730 giorni per la definizione dei procedimenti amministrativi non è infatti condizione di procedibilità o ammissibilità della domanda in sede civile in materia di riconoscimento di cittadinanza italiana jure sanguinis.

La richiesta di riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis per via giudiziale può essere avanzata in presenza di:

• Discendenza materna, quando nella linea genealogica è presente una donna il cui figlio è nato prima del 1° gennaio 1948;

• Discendenza paterna oppure il figlio della donna italiana è nato dopo il 1° gennaio 1948.

La proceduta di cui sopra non porta il richiedente a viaggiare in Italia, bensì è gestita da un avvocato munito di procura.

A seguito del giudizio, il Giudice civile pronuncerà una sentenza attributiva della cittadinanza italiana.

Cittadinanza Italiana jure sanguinis non arriva: Quando ricorrere al TAR?

Ma vi è anche un’altra strada che gli stranieri possono percorrere allorché la Pubblica Amministrazione non rispetti il termine ragionevole previsto dalla legge, fissato in 730 giorni dal momento del ricevimento della richiesta.

Nel caso in cui si dovesse verificare un ritardo, ovvero la richiesta non fosse processata nel termine suddetto, il richiedente ha diritto di ricorrere al TAR Lazio per la definizione della pratica.

Tale ricorso è diretto a fare in modo che il tribunale amministrativo dichiari illegittimo il silenzio della Pubblica amministrazione ed ordini direttamente alla PA, che non ha concluso la pratica, di pronunciarsi urgentemente. In tale sede la Pubblica amministrazione potrà essere condannata al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno subito dal ricorrente.

Ritardo Cittadinanza Italiana jure sanguinis: cosa possiamo fare per voi? 

Lo studio legale Arnone&Sicomo ha al suo interno un dipartimento di avvocati specializzati in diritto dell’immigrazione e diritto amministrativo in grado di assistere tutti gli stranieri desiderosi di ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis.

Siamo consapevoli di come il forte ritardo dei Consolati nel definire le pratiche di attribuzione della cittadinanza iure sanguinis possa essere per la maggior parte delle persone frustante e per questo siamo sempre disponibili a vagliare tutte le migliori opzioni possibili affinché i nostri clienti ottengano ciò che la legge italiana riconosce come loro diritto.

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